Musica sacra e musicoterapia
Musica sacra e musicoterapia
La Musica per me è un veicolo universale che mette in vibrazione l’anima il corpo e lo spirito.
Generalmente si intende per musica sacra relativa al nostro mondo occidentale quella area compositiva che parte dal canto gregoriano, alla polifonia, le composizioni per organo e così via. Normalmente infatti questa musica viene utilizzata nelle liturgie e addirittura le integra. Pensiamo ai salmi cantati che fanno parte integrante della liturgia delle ore. Parlando con alcuni compositori di musica sacra moderna che ho avuto il piacere di conoscere, mi sono reso conto di come sei elitario ed esclusivo questa particolare nicchia musicale. Solo grandi musicisti e conoscitori di questo mondo musicale possono in qualche modo definirsi musicisti di musica sacra ed essere riconosciuti come tali. L’abilità musicale e la conoscenza aprono l’orizzonte al musicista per un approccio “sacrale”. Qualche tempo fa ho parlato con un team di psicologi e musicoterapeuti che utilizzano il “metodo Tomatis” come terapia di supporto. Mi spiegavano l’importanza del canto gregoriano e della musica sacra in questo metodo ma anche la difficoltà nel far accettare ai pazienti musiche che spesso sentono molto lontane dal loro gusto e percepiscono quasi come ostili. La struttura dell’essere umano contemporaneo occidentale tende al momento a risultare refrattario ad una musica sacra DOC ma si apre all’ascolto di una musica spirituale che di fatto ha caratteristiche ispirative comuni. L’ispirazione del compositore nasce da un sentimento e da una ricerca spirituale. Tanto più grande sarà la ricerca tanto più efficace sarà la musica spirituale che ne scaturirà. San Giovanni Cristostomo, Vescovo di Costantinopoli, grande teologo e padre della chiesa, affermò nel IV° sec. “Se l’uomo è un musicista, lo è per rivelazione dello Spirito Santo”.
Su questa base e sulla ricerca profonda che ne scaturisce nasce “fiammiferi del vento” come un nuovo approccio che abbraccia musica sacra- musica spirituale per fini musicoterapeuti.
Musica sacra e spirituale e la sua applicazione nella vita quotidiana
Potremmo definire la musica sacra e la musica spirituale come la radice del concetto di una musica composta e suonata con uno scopo ben preciso. Quello di aiutare la persona a meditare e a pregare. La meditazione e la preghiera sono veicoli straordinari per aiutare l’essere umano a recuperare una libertà ed una felicità che languono e paiono irraggiungibili. Con le forze naturali e sobbissati dal mondo attuale non riusciamo neppure a sfiorare una quiete che permetta alla persona di riequilibrarsi. La parte esterna della nostra persona vene letteralmente immersa in un mondo meccanico fatto di impulsi che danno un ritmo frenetico ed incalzante e che fanno sbalzare in ogni dove la nostra essenza più profonda. Queste continue sollecitazioni inducono la parte più interna e spirituale della persona a restare per lo più sconosciuta e nascosta. Un’esistenza condotta in questa modalità porta a patologie perché impedisce alla persona stessa di conoscere la parte più interna della propria essenza ed interiorità. L’essere umano attraverso l’ascolto della musica spirituale e della musica sacra, può essere facilitato nella scoperta della sua parte spirituale per accedere ad uno stato di consapevolezza più profondo e maggiormente equilibrato.
L’aspetto spirituale della musica
La musica spirituale si distingua dalla musica sacra in quanto la prima è prettamente legata ad una esperienza spirituale trasversale alle religioni mentre la seconda viene etichettata come sacra in base al credo religioso alla quale quel brano si richiama. Per farvi un esempio un brano di Bach che può essere musica sacra per un cristiano potrebbe non esserlo per un mussulmano o una persona di un’altra confessione religiosa. La musica per essere spirituale deve avere come base di partenza un fondamento essenziale. Questo fondamento appartiene essenzialmente al compositore che generato il brano che se poi diventa anche l’esecutore ne racchiude in sé un’essenza unica. Qual è questo fondamento? La consapevolezza della trascendenza della persona. Senza questa nozione il compositore e l’esecutore della musica non potrebbero mai generare musica spirituale e pertanto non si potrebbe definire tale. Quando la musica raccoglie la trascendenza ecco che allora al suo ascolto l’essere umano prova una sensazione particolare che può passare dal bello all’armonia ma solo. Il bello e l’armonia diventano veicoli per far esperire all’uditore la vibrazione trascendente che ha generato quel brano. Udire, sentire, ascoltare e vibrare nell’essenza più intima della persona sblocca stati emotivi riarmonizzando lo stato anima-corpo per illuminare le profondità e riaccendere una forza pulsante.
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